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giovedì 21 agosto 2008

Con la videoconferenza si rispetta l'ambiente

sistemi di videoconferenza
Fonte: Panorama del 4/07/08 - di Luca SciortinoTROPPI CONVEGNI, SALE L’EFFETTO SERRAClima. Sul “Britisch medical journal” un singolare mea culpa: le tante conferenze internazionali su temi clinici moltiplicano i viaggi aerei, inquinanti.
Indovinello: considerato che il mondo è vicino a una pericolosa soglia di riscaldamento globale e ci resta poco tempo per stabilizzare le emissioni di anidride carbonica, quale gruppo sociale può dare il maggiore contributo nella comunicazione su questo problema? Chi possiede un’influenza tale sulla popolazione da creare una coscienza diffusa dell’urgenza dei rimedi? Non i divulgatori scientifici: il loro peso è trascurabile. Forse i preti? No, la questione è terrena. I politici allora? Difficile, neanche in tema ambientale hanno mai dato grande prova. E i Medici? Di influenza e autorità ne hanno. E la questione dovrebbe riguardarli, visto che ha a che fare con la salute. Ma cosa fanno davvero i dottori per combattere il riscaldamento globale? Finora non molto.In compenso, per la prima volta, due esponenti della categoria, Malcom Green (professore di medicina respiratoria all’Imperial college di Londra) e James Owen Drife (ostetrico all’università di Leeds), si interrogano sulla questione sul British medical journal (Bmj), che al tema dedica la copertina. Due gli aspetti che emergono.
Primo, i medici potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di CO2 rinunciando ai numerosi viaggi aerei per convegni internazionali e scegliendo di dibattere sulle loro ricerche in videoconferenza. Secondo, se l’intera comunità dei medici seguisse un decalogo di 10 punti pubblicato dallo stesso Bmj, che prevede alcune priorità nella comunicazione con i pazienti, ciò si tradurrebbe, ritengono, nella riduzione di 5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.Partiamo da un calcolo approssimativo. All’incontro annuale dell’American cardiac society hanno partecipato 45 mila medici da tutto il mondo. Se ognuno ha percorso in andata e ritorno 10 mila km, siccome le emissioni di un aereo sono grosso modo 250 chili ogni 1.000km per passeggero, il totale fa 2 tonnellate e mezzo; moltiplicando per 45 mila si superano le 100 mila tonnellate di CO2. Se un analogo numero di medici partecipa a 10 conferenze mondiali in 1 anno, le emissioni diventano di 1 milione di tonnellate di CO2, quelle assorbite da 250 mila ettari di foreste.Ecco perché Green caldeggia i congressi virtuali in teleconferenza. Sarebbe anche un modo, aggiunge con ironia, per evitare il jet lag, le code negli aeroporti, le perdite dei bagagli e i fine settimana lontano dalla famiglia. Drife però ricorda che “meeting in the flesh”, ovvero vedersi in carne e ossa, resta insostituibile per chi deve confrontarsi su ricerche ed esperienze cliniche. Senza contare che viaggiando i medici possono talvolta incontrare persone con problemi di salute nei paesi poveri.Difficile che la discussione serva a individuare e a tagliare almeno quelle conferenze che hanno scopi pubblicitari per editori e industrie farmaceutiche. Senza contare che un buon numero di medici apprezza i convegni che uniscono alla formazione il piacere di un viaggio. Inoltre consiglio di visitare il sito www.formeeting.it per provare gratuitamente la videoconferenza web.